lunedì 16 luglio 2012
domenica 1 luglio 2012
27 giugno..suggerimenti
Cinzia Naticchioni
Elisa Fiorini
Chiara Roma
mi hano suggerito di:
Elisa Fiorini
Chiara Roma
mi hano suggerito di:
- studiare una diversa sistemazione delle pavimentazioni e delle aiuole esterne per evidenziare lo spazio esterno "a imbuto" e per creare un maggiore collegamento visivo tra le due parti del giardino separate dalla sala di aggregazione vetrata;
- studiare una diversa collocazione dell'ascensore e delle scale interne, tentando di metterli maggiormente a sistema con la rampa esterna;
- modificare la grafica delle sezioni bioclimatiche al livello di colori per renderle più leggibili.
martedì 26 giugno 2012
domenica 20 maggio 2012
PinUp
Programma funzionale
Bang
Diagramma a blocchi
Distribuzione
Spazi serventi-spazi serviti
Manuale dell'architetto:
- spazi di ristorazione
- cucine
- mensa
- bar
Schemi distributivi _ piante 1:200
martedì 15 maggio 2012
sabato 12 maggio 2012
Quando la buona cucina sposa un progetto sociale
Cliccando qua e là su internet ho trovato un sito che elencava tutti i ristoranti "particolari" di Italia. Ho iniziato a leggere e ho scoperto che la particolarità di questi posti deriva dal fatto che sono tutti gestiti da ragazzi diversamente abili, che hanno costruito su questa attività un progetto che li vede protagonisti.
Queste iniziative, il cui numero è sempre in crescita, mi hanno colpito molto perchè hanno lo stesso obiettivo fondamentale che vorrei che avessero il mio progetto e il mio programma.
Non importa in che modo, attraverso quali attività, con quali mezzi o strumenti, ciò che è importante è l'obiettivo di mettere fine all'epoca dell'assistenzialismo, dove il disabile è visto come soggetto passivo di solidarietà, e di garantire un futuro ai ragazzi disabili che hanno la necessità di vivere una vita normale.
E' un nuovo modo di vivere la disabilità psichica e intellettiva, che, cercando di favorire l'inserimento lavorativo dei ragazzi, li pone come soggetti attivi che diventano protagonisti della propria vita.
A Roma ci sono due ristoranti che forse, proprio per questo motivo, vale la pena di visitare.
Il primo è la "Locanda dei Girasoli", situato nel quartiere Quadraro e nato dalla volontà di alcuni genitori di ragazzi con la sindrome di Down di dare una prospettiva lavorativa ai loro figli.
Vi metto il link del sito del ristorante, per eventuali curiosità:
Sempre a Roma c'è la "Trattoria degli Amici", un ristorante a Trastevere specializzato in cucina romanesca e sostenuto dalla Comunità di Sant'Egidio, in cui lavorano un gruppo di persone disabili affiancate dai loro amici che aiutano volontariamente.
E ancora a Roma c'è il primo pub gestito completamente da disabili, promosso dall’associazione Addha Onlus - associazione in difesa diritti handicappati - da cui prende il nome. L’idea è quella di ribaltare il concetto dell’integrazione sociale; non più gruppi di normodatoati entro i quali il giovane con disabilità deve integrarsi, ma un gruppo di giovani con disabilità che integra i normodotati del quartiere.
Oltre al pub dove vengono servite ogni tipo di bevanda, pizze e su richiesta spaghetti, c’è un palcoscenico dove i ragazzi possono esibirsi proponendo musiche e canzoni; è presente inoltre il digitale terrestre per seguire le partite di calcio. Una sala pc da modo ai giovani requentatori del centro, con o senza disabilità, di cimentarsi in altre attività, la progettazione di un sito internet, i corsi per la patente europea del computer, un piccolo orto nel bel giardino esterno. Chiamarlo pub è riduttivo. Si tratta piuttosto di un vero e proprio centro di socializzazione, quello che molto spesso manca ad un quartiere di periferia.
Questo è il link del blog dell' Addha's pub:
Soprattutto l' "Addha's pub" mi ha colpito molto perchè mi sembra molto simile e compatibile con il mio programma e con il mio intento. Non solo buona cucina, ma vero e proprio luogo di aggregazione.
Ora manderò un'email all'associazione Addha Onlus per chiedere di poterli incontrare e di poter visitare il pub, perchè mi sembra davvero interessante, e soprattutto perchè sono molto curiosa di capire se un'iniziativa del genere, simile alla mia, ha trovato un forte riscontro all'interno della società, soprattutto al livello di quartiere.
Scriverò al più presto, sperando di essere da loro contattata.
martedì 8 maggio 2012
Contesto sociale
Partnership al progetto
Quando sono rientrata dalla lezione in cui il professore aveva spiegato che avremmo dovuto cercare dei "clienti virtuali" a cui presentare e proporre il nostro progetto avevo le idee un po' confuse perchè non avevo idea di come iniziare la ricerca.
Soprattutto ciò che mi preoccupava di più era il fatto che ero convinta che nessuno mi avrebbe mai risposto, data la caoticità del mondo in cui viviamo.
Sono partita un po' scoraggiata, ma comunque ho iniziato a fare qualche ricerca su internet e a pensare se mai mi era capitato di entrare a contatto con qualche associazione che potesse fare al caso mio.
Io non sono mai entrata a contatto con associazioni del genere, ma, quando ho iniziato il progetto, l'idea di creare un centro ricreativo per ragazzi disabili basato sul riciclo dei materiali mi era venuta ripensando a un particolare episodio.
Un giorno mia madre, tornando da una mostra di beneficenza, mi aveva fatto vedere in fotografia alcuni quadri coloratissimi, sculture e altre opere d'arte, e mi aveva spiegato che queste opere erano esposte e poi potevano essere acquistate. Io mi arrabbiai moltissimo per il fatto che mia madre non ne aveva acquistata nessuna perchè le avevo trovate davvero bellissime e particolarissime.
Solo successivamente mia madre mi spiegò come e da chi erano stati fatti quei quadri così belli, e mi disse che gli artisti erano dei ragazzi disabili che vivevano in una casa-famiglia e che, frequentando laboratori creativi, corsi di pittura, ecc, avevano prodotto varie opere e avevano avuto l'occasione di esporle e venderle.
Vedere, anche se solo in foto, quegli oggetti che mi avevano tanto colpito mi ha portato poi a proporre come programma di mixitè il centro ricreativo per disabili "disAbility".
Quindi come passo successivo nella ricerca del partnership ho pensato direttamente di chiedere a mia madre maggiori informazioni su quella mostra e sono arrivata a mettermi in contatto con l'Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) attraverso un'amica di mia madre attiva in questa associazione.
ANFFAS
Anffas è una grande associazione di genitori, familiari ed amici di
persone con disabilità che opera da più di 50 anni su tutto il territorio nazionale.
Anffas opera prevalentemente su base di volontariato, non ha scopo di lucro, e persegue esclusivamente finalità di integrazione e promozione sociale.
L'associazione ha molte finalità: stabilire e mantenere rapporti con gli Organi governativi e legislativi
internazionali, europei, nazionali e regionali, con gli Enti Locali e con i
Centri pubblici e privati operanti nel settore della disabilità;
promuovere e partecipare ad iniziative anche in ambito legislativo,
amministrativo e giudiziario a tutela delle persone con disabilità e loro
familiari; promuovere e sollecitare la ricerca, la prevenzione, la cura,
l'abilitazione e la riabilitazione sulla disabilità intellettiva e/o
relazionale, proponendo alle famiglie ogni utile informazione anche di carattere
normativo, sanitario e sociale ed operando per rimuovere le cause di
discriminazione e creare le condizioni di pari opportunità; promuovere,
in tutte le sedi, il principio dell' inclusione sociale , in particolare
l'inclusione scolastica, la qualificazione professionale e l'inserimento
inclusivo nel proprio contesto sociale e nel mondo del lavoro; promuovere
lo sviluppo di strutture e servizi: abilitativi, riabilitativi, sanitari,
sociali, socio-sanitari, socio-assistenziali, educativi, assistenziali,
formativi, socio-educativi, sportivi - ludico motori - pre-promozionali e
pre-sportivi, centri di formazione, strutture diurne e/o residenziali, anche in
modo tra loro congiunto.
Gli obiettivi dell' Anffas mi sono sembrati molto interessanti e molto compatibili con il mio programma, in quanto le persone disabili all'interno dell'associazione vivono in comunità e svolgono attività che permettono loro di impegnare il proprio tempo, di confrontarsi, di imparare.
Ecco qui comunque il link per ulteriori approfondimenti!!
Ho deciso, quindi, di mandare un'email a lei esponendole in breve il mio lavoro, il mio obiettivo, il mio programma.
Questa è l'email che le ho scritto:
Sono una studentessa che frequenta il quarto anno della facoltà di architettura presso l'università "Sapienza", e, per il corso di progettazione architettonica, sto facendo una ricerca ed un progetto per la creazione di un centro polifunzionale a Roma, nel IX municipio, in cui ragazzi disabili possano vivere in comunità e possano svolgere durante la giornata diverse attività, quali laboratori creativi basati sul riutilizzo di materiali ed oggetti riciclati, laboratori teatrali, corsi di scrittura creativa, coltivazione di un orto a km 0,ecc. Il mio obiettivo è quello di creare un coinvolgimento non solo di questi ragazzi, ma anche degli abitanti dell'intero quartiere; per questo ho previsto che il centro preveda varie attività di incontro e partecipazione per avvicinare due mondi spesso distanti. Ci saranno, infatti: spazi espositivi, sia all'interno della struttura sia nel giardino, in cui i ragazzi che vivono nel centro potranno esporre le opere da loro create nei laboratori; aree di vendita in cui saranno presenti sia le opere e gli oggetti creati, sia i prodotti biologici coltivati nell'orto; uno spazio di ristorazione gestito dai ragazzi e che utilizza prodotti ricavati dall'orto a km 0; un'area in cui organizzare eventi e manifestazioni teatrali; uno spazio di aggregazione e di relazione in cui sia i ragazzi disabili, sia i ragazzi del quartiere possano trascorrere il tempo libero. Poichè ho notato una corrispondenza tra il mio intento ed il vostro programma, vorrei chiedervi, se possibile, un incontro per presentarvi la mia idea e per avere un confronto diretto con un ente come il vostro, che opera in questo settore da molti anni.
Vi ringrazio anticipatamente e vi invio cordiali saluti.
Proprio oggi lei mi ha risposto scrivendomi che avrebbe inoltrato l'email al presidente dell'associazione per poter riuscire ad avere un incontro.
Bisogna solo attendere!
Contesto ambientale
Il mio urban void, il 12, fa parte della macroarea C, che costituisce una parte del quartiere Appio-Latino.
Attraverso una prima analisi del contesto ambientale sono emersi degli elementi importanti che caratterizzano questa zona e che, se fossero ben sfruttati e versassero in una condizione migliore, potrebbero costituire dei punti forza dell'intero quartiere.
IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE
Il quartiere, ad alta densità abitativa, caratterizzato da palazzine di 5/6 piani, si sviluppa lungo due assi viari principali, via Appia Nuova e via dell'Arco di Travertino, che costituiscono nello stesso tempo una risorsa ed un punto debole della zona. Da un lato essi sono la principale causa dell'inquinamento acustico ed atmosferico, poichè sono strade ad alto scorrimento, dall'altro permettono il collegamento di questa periferia urbana con il centro della città di Roma. Inoltre, esse sono caratterizzate da una fascia centrale alberata, che se fosse riqualificata e valorizzata, potrebbe diventare un elemento di grande importanza ecologica.
Il quartiere è dotato inoltre di due fermate della metropolitana, una proprio su via dell'Arco di Travertino, nella macroarea C, l'altra su via Appia Nuova, nella macroarea A; queste fermate permettono un trasporto alternativo a quello automobilistico.
IL SISTEMA DEL VERDE
Dal punto di vista ambientale il quartiere è dotato di dui importantissimi polmoni verdi a scala urbana, il parco della Caffarella e il parco delle Tombe Latine.
Il Parco della Caffarella, porzione del parco dell'Appia Antica, deve la sua
importanza storico-culturale alla sua ubicazione a ridosso delle Mura Aureliane
e tra due principali vie dell'antichità: la via Appia Antica e la via Latina.
La valle fu teatro di miti e leggende, forse suggeriti dai morbidi rilievi che
ne fanno un confine naturale e dalla presenza dell’Almone, piccolo affluente del
Tevere, dai romani ritenuto fiume sacro sin dai primordi. Qui si conservò uno
dei boschi sacri alla romanità di cui ancora oggi permangono le tracce. Passati
i secoli, la valle divenne proprietà di alcune delle più illustri famiglie
romane che la arricchirono di ville, templi e sepolcri. Il carattere agreste
della valle non cambiò con la caduta dell’impero; sorsero le prime torri di
avvistamento a difesa dei fondi agricoli, quindi i casali e i mulini.
Riunificata nel ‘500 dai Caffarelli (da cui il nome) la valle passò poi nelle
mani dei Pallavicini prima e dei Torlonia poi. Oggi passeggiare in questo parco
significa addentrarsi in un pezzo di campagna romana dentro la città, ricco di
monumenti della Roma imperiale e medievale che convivono in una natura dove,
ancora oggi, viene svolta l'attività agricola e la pastorizia.
Il parco archeologico delle Tombe di Via Latina è uno dei complessi archeologici
di maggior rilievo del suburbio di Roma che conserva ancora sostanzialmente
intatto l’aspetto tradizionale dell’antica campagna romana. Nel sito si
conservano un tratto dell’antica via Latina, che collegava Roma con Capua,
ancora pavimentata per un lungo tratto dell'antico basolato in selce, e su
entrambi i lati numerosi monumenti funebri e testimonianze storiche e materiali
dall’età repubblicana fino all’alto medioevo. Sorge, inoltre, a pochissimi passi
dalla fermata Arco di Travertino della metropolitana.
Sono presenti inoltre altre aree abbastanza grandi di verde non configurato e valorizzato.
Tutti questi elementi, ognuno con potenzialità e criticità, mi hanno fatto giungere ad un'idea progettuale basata sulla loro riqualificazione e connessione.
Innanzitutto ho scelto e connesso, creando un vero e proprio perimetro, vari urban voids nella mia area, in base sia alla posizione sia al programma.
Il perimetro creato racchiude un'area per me di fondamentale importanza (dove infatti è situato anche il mio lotto), poichè è un'area di passaggio tra la zona ad alta densità abitativa e la zona verde del parco delle Tombe Latine a sud. Il passaggio, che per ora è costituito dalle due carreggiate di via dell'Arco di Travertino, separate da un viale alberato centrale, per me è il fulcro del progetto in quanto potrebbe diventare un corridoio ecologico, con un percorso ciclo-pedonale che collega sia longitudinalmente le aree, dalla fermata della metro fino all'Appia e al parco della Caffarella, sia trasversalemente, dalla zona abitativa al Parco delle Tombe di via Latina. Gli urban voids scelti sono situati a ridosso del parco o all'inizio del tessuto residenziale, e secondo me potrebbero proprio costituire i nuovi punti di accesso alle due aree, e nello stesso tempo i punti di comunicazione e connessione tra di esse. Nei diversi urban voids saranno previsti anche dei punti di bike sharing e di sosta sia pedonale sia ciclabile, in modo da garantire un incremento di una viabilità alternativa ed ecologica. Il sistema ciclabile potrebbe avere la sua base principale nell'urban void 52, che accoglie proprio un centro dedicato alla bicicletta.
La connessione tra i diversi urban voids è stata fatta anche in base al programma dei diversi mixitè.
Quindi partendo dal mio programma "disABILITY", che consiste nella creazione di un centro per ragazzi disabili in essi cui possano vivere, trascorrere il tempo libero, partecipare a laboratori creativi basati sul concetto di riciclo, essere attivi nella cura e nella coltivazione di un orto per poi vendere prodotti biologici, e offrire un servizio agli abitanti del quartiere, in uno spirito di partecipazione e collaborazione, ho cercato altri programmi in cui la componente sociale e quella ecologica fossero fondamentali.
Per questo ho cercato di creare una rete di urban voids in cui ci fosse un supermercato ecologico che potesse affiancare e sostenere la vendita dei prodotti dell'orto coltivato dai ragazzi del mio centro; un ostello della gioventù e una casa dello studente, luoghi in cui il confronto, la partecipazione, e la componente creativa sono basilari. Ho pensato che potrebbero essere organizzate mostre ed eventi trasversali che potessero abbracciare questi diversi centri di diffusione della cultura, in cui vita sociale, divertimento ed arte si affiancano e si sostengono l'uno con l'altro.
Il programma del progetto di un altro urban void è basato sulla bicicletta, e per questo ho pensato che potesse essere interessante unirlo al perimetro, in quanto potrebbe diventare il nodo di scambio principale in questa nuova viabilità alternativa di tipo ciclabile e pedonale che ho finora ipotizzato.
Iscriviti a:
Post (Atom)