venerdì 20 aprile 2012

Y House, Steven Holl


Catskill Mountains, New York, Usa, 1997-1999


Il contesto

Il successo di Steven Holl, nato nel 1947 in una cittadina dello stato di Washington, si colloca in un periodo particolare sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista artistico e architettonico.
Con la fine del comunismo e del blocco sovietico, simbolicamente rappresentato dal crollo del muro di Berlino nel novembre del 1989, e quindi con la scomparsa dei due blocchi che si erano contrapposti fino a quel momento, si apre una nuova epoca caratterizzata da un cambiamento della carta geografica e dei confini, dall'apertura di nuovi mercati e dalla libera circolazione sia delle persone sia dei prodotti sia delle informazioni che danno una grande accelerazione alla globalizzazione dell'economia.

In questo contesto in cui il ruolo dell'informazione e della comunicazione acquisisce sempre maggiore importanza e maggiore potere, avvengono importanti cambiamenti anche dal punto di vista architettonico.
Nel 1980 il sociologo statunitense Alvin Toffler aveva scritto un libro intitolato «La terza ondata», in cui spiegava che l'informazione, che è ciò che rende competitivo qualunque bene, è il valore aggiunto di un bene sia materiale sia immateriale.
Così anche l'architettura, che durante gli ultimi centocinquant'anni aveva incentrato il suo interesse sul ruolo della macchina e sul suo funzionamento, ora sposta l'obiettivo sull'informazione e sulla forma che informa.
Si sostituisce così al motto funzionalista «Esisto in quanto funziono» il motto «Esisto in quanto informo».

In questo modo nuovo di fare architettura si inseriscono numerosi architetti tra cui Daniel Libeskind, la cui opera più importante, la nuova ala del Museo ebraico di Berlino, è un esempio di questo nuovo processo, Steven Holl, appunto, Renzo Piano e molti altri.


Il progetto



Nel 1993 Steven Holl si aggiudica il concorso che porta alla realizzazione del Museo d'arte contemporanea di Helsinki, "Kiasma" (nome che deriva da una figura retorica in cui si dispongono in ordine inverso i membri corrispondenti di una frase), che diventa un importante esempio del nuovo approccio in cui la comunicazione diventa centrale nell'architettura.

Anche nella Y House, costruita nell'immediato fine secolo, emergono l'importanza comunicativa e concettuale del progetto e alcuni temi su cui si incentra l'architettura di Holl. La ferma convinzione che un progetto si debba basare su un'idea-forza emerge qui perfettamente.




La forma a Y riprende il concetto della metaforizzazione e del simbolo, già presente in altre opere quali "Casa Stretto", che riprende uno spartito musicale, "Spiroid", che ha la forma di una spirale che avvolge funzioni diverse. Tale simbolo si rifà alla bacchetta del rabdomante che, sebbene in maniera meno evidente, compare spesso nei registri dell'architetto, ed è pensata come la figura più appropriata per aprirsi verso il paesaggio della catena delle Catskill Mountains, con delle vetrate a tutta altezza a sud, schermate da portici in testata. Un altro tema importante in Holl è, appunto, quello dell'apertura verso l'esterno e verso la natura, quello che riguarda il ruolo concertato tra spazi aperti ed edifici che giocano l'uno con l'altro per creare l'insieme del progetto. L'architettura, per Holl, deve guardare fuori di sè ed infatti guardando l' Y House mi sembra quasi che i due bracci dell'edificio costituiscano due cannocchiali per osservare il paesaggio antistante.


La disposizione interna è molto particolare e non fa riferimento a nessuna tipologia prestabilita. All'ingresso, nella giunzione dei rami della Y, c'è un corpo scala sghembo, che segue la forma sghemba dell'edificio e che galleggia in uno spazio a doppia altezza, e che conduce ai piani superiori.
L'organizzazione interna nei due rami della Y è alternata, con la zona notte una volta al piano terra e un'altra al primo livello. Gli altri spazi, sempre su entrambi i livelli, distribuiti in modo alternato, sono dedicati alla zona giorno e agli spazi comuni, organizzati come un loft open space.
Per quanto riguarda i materiali la struttura della casa e la copertura sono in acciaio color ruggine, mentre le pareti laterali sono in scandole di legno di cedro dipinto di rosso. Gli interni invece sono bianchi con a terra un tavolato in legno che viene ripreso sul soffitto.



Il progetto mi ha colpito molto a primo impatto perchè sfogliando il libro e poi guardando su internet varie foto l'ho trovato molto bello e particolare, sia dal punto di vista della forma sia da quello dei materiali utilizzati e del colore rosso. Poi leggendo qualche informazione in più ho trovato molto interessante anche la distribuzione interna, che cerca di mediare tra uno spazio aperto tipo loft e le disposizioni funzionali definite, separando la zona notte da quella giorno ed articolando la casa in due ali che vanno a creare spazi nettamente separati ma comunicanti; un altro aspetto molto interessante è l'apertura verso il paesaggio, e quindi l'importanza, per Holl, dell'inserimento e della relazione con il luogo.
Ciò che ho trovato estremamente interessante è che, leggendo prima il pensiero di Steven Holl e ciò che per lui un'architettura deve esprimere, anche in relazione al contesto storico in cui si colloca, ho notato che l' Y House è molto coerente con le sue idee concettuali e riesce ad espimere perfettamente dal punto di vista formale ciò che vuole comunicare.

Il Bang!

Il Bang dell'opera in esame è chiaramente la particolare figura ad Y che la caratterizza e che, non solo plasma la forma dell'edificio, ma va ad influire anche sulla distribuzione interna, sugli aspetti funzionali e sul rapporto col paesaggio che è un'idea-forza del progetto.


Le parole chiave

APERTURA VERSO IL PAESAGGIO

ALLUNGAMENTO ED ESTENSIONE

FORME SPEZZATE

Le immagini e la metafora

 Il ramoscello del rabdomante

Il cannocchiale










1 commento:

  1. I disegni del progetto sono stati elaborati e presenti nel sito Archweb.it. Grazie per la segnalazione

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